Research Projects

Comunicare la multisensorialità della ricerca sociale. Una sperimentazione dell'uso del digitale e dell'ipermediale a partire da una ricerca etnografica con giovani pentecostali italo-ghaneani e giovani sikh italo-indiani.

Tipologia finanziamento Istituzionale

Ambito disciplinare Sociologia

Ente Finanziatore ATENEO - Attività di Ricerca Istituzionali (EX 60%)

Data avvio: 30 September 2013

Data termine: 30 September 2016

Durata:

Abstract:

Il presente progetto si propone di raccontare in un sito web costruito ad hoc i risultati inediti di una ricerca recente (Frisina 2013) attraverso testi, immagini, voci, che rendano conto della ricchezza e multidimensionalità della comunicazione umana (Finnegan 2008), che non è certo riducibile alle sole parole, ma passa attraverso tutti i nostri sensi (Marazzi 2010). Secondo U. Guidolin (2005, XIV), con i nuovi media possiamo mettere in discussione la “separazione tra un’interpretazione razionale, analitica e astratta del mondo e quella invece che si attua nella dimensione percettiva, multisensoriale, multidimensionale e, se vogliamo, più naturale della vita quotidiana, che consiste nel navigare, toccare, vedere, ascoltare, sentire e associare le informazioni che percepiamo attraverso i nostri sensi (…). Per secoli e secoli l’uomo, attraverso la pratica della scrittura, ha ricondotto tutta l’attività cognitiva alla linearizzazione del pensiero”. Guidolin cita M. McLuhan, W. Ong e J. Goody per sostenere che senza le analogie iconiche e la sensorialità delle immagini e del suono si è costruito un linguaggio menomato emotivamente e che il predominio del pensiero logico-concettuale e lineare su quello visivo multidimensionale ha avuto profonde conseguenze umane, sociali e politiche. La comunicazione digitale apre un nuovo spazio e in un’ottica formativa è molto utile poter contare su materiali (audio)visuali che avvicinino a ciò che ancora non si conosce creando un senso di intimità, facilitando il coinvolgimento emotivo e rendendo possibili percorsi di apprendimento più intuitivi che stimolino maggiormente la creatività della parte destra del cervello. Riflettendo sulle prospettive future della ricerca visuale (Frisina in pubblicazione), ritengo auspicabile che i ricercatori sociali si aprano maggiormente all’ipermedialità. L’antropologo F. Marano (2007, 198) scrive, a proposito degli ultimi sviluppi del film etnografico, di un nuovo modello “dove il testo audio-visivo è terreno di rinvii intertestuali, di sguardi differenti sulla stessa realtà”, una sorta di “forum in cui le diversità dialogano, si alleano o configgono”. Piuttosto che usare logiche classificatorie, quella che Marano chiama una “poetica dell’ipermedialità” si serve dell’intertestualità (un testo rimanda ad altri testi) come strategia retorica principale. Se è vero che “noi leggiamo le immagini di fronte ai nostri occhi attraverso le immagini che abbiamo in testa” (Spencer 2011, 19) utilizzare l’intertestualità in modo esplicito ci aiuta a riflettere su come abitualmente interpretiamo le immagini. L’ipermedialità mette insieme i contenuti multimediali in una struttura ipertestuale per restituire meglio la multisensorialità dell’esperienza umana e collocare il visuale in relazione con gli altri sensi. Il suo vantaggio principale è quello di permettere “una migliore rappresentazione del contesto, della rete di rinvii testuali in cui un fenomeno è inserito e del network di relazioni in cui opera un individuo” (Marano 2007, 204). Il progetto prevede quattro fasi: -una prima riflessione metodologica su come tradurre in modo credibile i risultati di ricerca in un formato multimediale (in collaborazione con V. Belotti ricercatore di Sociologia e docente di Metodologia e tecniche della ricerca sociale 1, Università di Padova) -una fase di realizzazione del sito web per comunicare i risultati della mia ricerca etnografica visuale con i giovani pentecostali italo-ghanesi e i giovani sikh italo indiani (in collaborazione con dei tecnici, da individuare in primis all'interno dell'Università di Padova) -una fase di anteprima critica del web a colleghi interessati al tema e testimoni privilegiati (v. giovani pentecostali e giovani sikh che hanno partecipato alla ricerca) per ricevere feedback utili ad ultimare il lavoro -infine, una sperimentazione pratica attraverso il C.I.R.S.I. dell’Università di Padova, divulgando il lavoro compiuto nel presente programma di ricerca in istituti superiori di secondo grado e in Centri Interculturali di diverse città italiane, adottando una prospettiva di educazione alla cittadinanza, ai diritti umani e all’intercultura (in collaborazione con A. Surian, ricercatore di Pedagogia ed esperto di formazione interculturale).